Quando eravamo bambini i nostri
genitori (o altre figure parentali) soddisfacevano i nostri bisogni
di cura, di attenzione, di affetto, di sicurezza.
Poi quando si diventa adulti le figure
di riferimento cambiano ma le esigenze di affetto e protezione non
spariscono, anzi, nei momenti di debolezza e di sconforto tornano a
farsi sentire in modo preponderante.
Nelle fasi di "crisi" della
nostra vita, che possono accadere a tutti seppur in modi e tempi
diversi, abbiamo bisogno di qualcuno che ci rassicuri e ci dia delle
giuste indicazioni per farci compiere delle scelte funzionali al
nostro contesto di vita. Ma a chi ci possiamo rivolgere per questo
compito delicatissimo?
Una volta le istituzioni
rappresentavano dei cardini, delle basi solide su cui costruire la
propria visione del mondo: lo Stato, la Chiesa (o più in generale le
religioni), la medicina per colmare i propri bisogni di giustizia, di
affetto comunitario, di spiritualità, di moralità, di cura delle
malattie.
Oggi, invece, viviamo in un modernità
"liquida" come viene definita da Bauman, in cui i solidi e
incrollabili riferimenti di una volta non esistono più. L'essere
umano è meno controllato dall'alto, molte delle sue scelte dipendono
da se stesso e restano dunque sotto la sua diretta responsabilità:
maggior libertà implica ovviamente maggior responsabilità.
Penso sia necessario essere pienamente
consapevoli di questo, viviamo in un mondo dove abbiamo il potere di
scelta che i nostri predecessori non sognavano neppure (sto parlando
di noi occidentali benestanti), possiamo scegliere una carriera
lavorativa che non è obbligatoriamente quella dei nostri genitori,
le donne possono decidere di sposarsi o meno e scegliere quanti figli
avere e quando (nel rispetto della biologia e in generale).
Per non parlare dei beni di consumo che
oggi offre il mercato: una sconfinata serie di prodotti simili tra
cui scegliere, non abbiamo mai i mezzi sufficienti per operare la
scelta migliore e più razionale, anche perchè spesso ne siamo
coinvolti emotivamente.
In questo scenario (rimando sempre a Z.
Bauman per approfondire) abbiamo sempre maggior bisogno di qualcuno o
qualcosa che ci indichi la giusta via, che ci faccia fare le scelte
giuste e spesso dirigiamo questi nostri bisogni verso persone non
sempre affidabili o valide.
Mi riferisco ad esempio alla commessa
che adoriamo perchè ci lusinga con i suoi complimenti, che ci tratta
da "cara amica" per farci acquistare ogni settimana un
nuovo prodotto che promette di farci sentire fantastiche e piene di
autostima (dagli integratori ai vestiti, dagli accessori ai
cosmetici), oppure al ciarlatano di turno dai nomi altisonanti
(omeopata omotossicologo, riflessologo plantare, chiropratico...) che
ci conforta dicendo che quello che ci accade di brutto non è colpa
nostra ma di "energie negative" o "blocchi energetici"
che si possono risolvere con adeguate terapie passive a pagamento.
Persone che ci rassicurano, quindi, a
cui delegare le nostre responsabilità, come anche nel caso delle
sette: in cambio dell'eliminazione del nostro senso critico ci
promettono una visione perfetta, certa e preconfezionata del mondo e
della nostra vita in cui lo spazio riservato al dubbio viene
prontamente eliminato da ordini e sentenze dall'alto.
Siamo adulti ma abbiamo comunque
bisogno di affetto e sostegno psicologico perchè siamo esseri umani
e come tali siamo sociali, non è realistico pensarsi come dei robot
autosufficienti che non hanno bisogno degli altri se non per scopi
prettamente utilitaristici.
Oggi ci sentiamo sempre più soli, lo
spazio per la condivisione e lo scambio di affetti ed emozioni viene
sempre più diminuito e disprezzato, forse è anche per questo motivo
che i social (facebook, instagram, twitter...) hanno visto uno
sviluppo esagerato: cerchiamo la compagnia di altri della nostra
specie e lo cerchiamo nello spazio virtuale dove abbiamo maggior
controllo della situazione emotiva.
Nei periodi di "crisi"
abbiamo bisogno di qualcuno che ci stia accanto, per alcuni il
sostegno della famiglia è importante e favorisce la crescita
personale, per altri è deleterio oppure si ritrovano soli nel mondo.
Per queste persone, per quelle in situazioni di fragilità o che
mostrano una profonda insicurezza interiore il mondo illusorio del
consumismo e delle pseudoscienze risulta essere un'alternativa molto
attraente al duro lavoro interiore di consapevolezza interiore.
I bisogni di cura, di attenzione, di
affetto vengono mercificati e tradotti in prodotti da acquistare o in
terapie tanto inutili quanto illusorie.
E così si lavora per comprare ma le
vere soddisfazioni non arrivano mai.
Proviamo a comprendere quali sono i
nostri veri bisogni, ad esprimerli e a circondarci di persone che
abbiano un ruolo positivo e costruttivo nella nostra esistenza,
assumiamoci le nostre responsabilità e cerchiamo sempre di
migliorare noi stessi e il mondo che ci circonda.