sabato 30 novembre 2019

Perché viaggiare?

Avete mai guardato uno di quei video girati da qualche youtuber straniero che ha vissuto in Italia e parla della sua esperienza nel Belpaese?
Devo confessare che guardo spesso questo genere di contenuti, che trovo molto divertenti ma che, oltre al lato legato all'intrattenimento, ci possono fornire anche degli spunti di riflessione.
Osservandoci da un punto di vista esterno, proveniendo da un diverso contesto culturale, ci fanno notare cose che magari noi diamo per scontate, a cui non pensiamo o che crediamo siano valori assoluti universali.
Una cosa divertente, ad esempio, è il fatto che all'estero non sanno cosa sia un "colpo d'aria". Insomma, noi diciamo spesso cose del tipo: "chiudi la finestra o rischi di prendere un colpo d'aria" o anche "ho un po' di raffreddore, avrò preso un colpo d'aria". Beh da questi video ho notato che in America e in Giappone questa cosa non esiste!
In effetti la patologia "colpo d'aria" non c'è, è una cosa che diciamo magari per cercare una causa ai nostri disturbi. Ora, non sono un medico e spero di non dire castronerie, però a quanto ne so il raffreddore è causato da un virus e non dal freddo.
Questo è solo un aneddoto, magari anche un po' banale, ma che ci fa riflettere sul fatto che tante nostre credenze sono appunto solo delle credenze e non dei valori universalmente validi.
Tante volte tendiamo a sopravvalutare o a sottovalutare le nostre risorse e le nostre capacità solo perché non ci confrontiamo davvero con la diversità.
Se restiamo confinati nella nostra bolla, nella nostra zona di comfort, a crogiolarci su quanto siamo bravi, belli e intelligenti, vivremo in un mondo illusorio che non ci offrirà nessuna possibilità di miglioramento.
Uno dei motivi per cui è importante viaggiare (avendone la possibilità) è proprio questo: il confronto con altre culture (non necessariamente esotiche) ci rende consapevoli dei nostri pregiudizi e del nostro limitato modo di vedere il mondo.

giovedì 28 novembre 2019

La scienza, questa sconosciuta.

"Ascoltare quello che dice l'O.M.S. mi raccomando!! Bisogna allattare al seno, lo confermano gli studi scientifici, l'intera comunità scientifica è d'accordo sul fatto che sia meglio il latte della mamma piuttosto che quello formulato."

*Scroscianti applausi.*
Però quando lo stesso O.M.S. dice che la stessa comunità scientifica di cui sopra è concorde con il fatto che i vaccini vadano fatti come da calendario...
*Apriti cielo!!*
Sapete come si chiama questa cosa?
Confirmation Bias. Ovvero noi tendiamo a selezionare, a condividere e a ritenere giuste e accettabili solo le notizie, le opinioni, i fatti e i dati che confermano la nostra visione del mondo.
Poco importa se la realtà non è come la vorremmo...noi vogliamo che sia così.

"E perché succede questo?"
Per vari meccanismi, tra i quali il Confirmation Bias, un errore radicato nel nostro modo di pensare e che fa parte della nostra natura. Sappiamo che nessuno vuole mettere in discussione la propria identità, le proprie credenze perché questo vorrebbe dire rivedere in una nuova prospettiva le scelte fatte finora, prendere decisioni nuove, affrontare la paura dell'ignoto e del cambiamento. Questa cosa ci spaventa molto, ovviamente, per cui spesso il confirmation bias ci fa selezionare solo le informazioni che ci fanno sentire in accordo con noi stessi e il nostro limitato punto di vista.

"Esiste una soluzione?"
L'unico "riparo" è quello della consapevolezza, diventare consapevoli dei limiti del nostro modo di vedere il mondo.

"Come si ottiene questa presa di consapevolezza?"
Tramite il confronto con gli altri, aprendosi con spirito critico a punti di vista differenti al nostro e mettendoci continuamente in discussione.
La maggior parte delle volte non siamo consapevoli delle nostre credenze errate, non possiamo essere esperti di tutto. Vi racconto di una mia credenza di cui sono diventata consapevole qualche tempo fa.
Allora, fondamentalmente bevevo solo acqua della bottiglia e mai dei rubinetto. Perché? Perché pensavo che l'acqua calcarea delle mie zone non facesse bene alla salute, che potesse far venire i calcoli a causa dell'elevato tasso di calcare. Credenza diffusissima a quanto ne so, ma decisamente sbagliata.
 Il calcare non è altro che calcio, lo stesso che prendiamo magari con gli integratori. E come ho fatto a capirlo? Guardando il video di Dario Bressanini sull'acqua (cercatelo su you-tube), in cui lo spiegava molto bene. Ho lasciato da parte i miei pregiudizi e ho pensato "in effetti questa cosa ha senso". 

"Prima accennavi alla comunità scientifica, perché ti fidi?"
Perché so come lavorano, detto in parole semplici. Gli errori, gli sbagli e le cattive intenzioni ci possono sempre essere, ma esistono dei meccanismi per cui i controlli sono molto elevati grazie alla trasparenza dei metodi.
Immaginate di dover sistemare l'impianto elettrico di casa vostra, chi chiamate? Ovviamente un elettricista di cui vi fidate, perché sapete "come lavora". 
Insisto molto sul metodo scientifico proprio perché questo è lo strumento migliore che abbiamo per indagare la realtà, perché ci fa diventare consapevoli dei nostri pregiudizi, delle nostre credenze, della nostra voglia di aver ragione ad ogni costo, anche interpretando i dati come più ci piace.
La scienza è un metodo di indagine della realtà, non una serie di assiomi da accettare acriticamente. Non c'è mai nulla di certo, ovvio (se non nella matematica) ma si cerca sempre la spiegazione che si adatta meglio ai fatti, ai dati. Anche se questa spiegazione non ci piace, ce ne dovremo fare una ragione perché siamo noi a dover capire e adattarci alla realtà e non è il mondo che deve essere come lo vogliamo noi. Altrimenti resteremo sempre confinati nel nostro pensiero magico e desiderativo, tipico dei bambini. 

"Eh ma io non le sapevo mica tutte queste cose..."
Purtroppo manca una conoscenza base dei principi del metodo scientifico, della logica, della capacità di dialogare in modo critico che a scuola non viene mai insegnata.


(Scriverò qualcosa in proposito in futuro)